Lo scorso 20 aprile la Giunta regionale ha proceduto al primo riconoscimento di sette diversi Distretti del Cibo che rappresentano una specifica classificazione dei Distretti Produttivi previsti dalla legge regionale n. 23/2007, con l’obiettivo di promuovere, attraverso le attività agricole e agroalimentari, lo sviluppo locale sostenibile, la coesione e l’inclusione sociale, la salvaguardia del territorio e del paesaggio rurale.
I “Distretti del Cibo” sono, pertanto, degli utili strumenti per rilanciare e valorizzare le eccellenze dell’agroalimentare pugliese in modo che possano rappresentare un volano sempre più importante per il nostro sviluppo economico.
Dopo un’attenta fase istruttoria svolta dagli uffici regionali sulle domande presentate, sono sette i Distretti che hanno ottenuto, oggi, il riconoscimento:
1) il “Distretto del Grano Duro”, promosso da un comitato composto da 90 aziende che rientrano nella filiera del grano, dagli agricoltori ai molitori, passando per i sementieri e i panificatori, fino ad arrivare ai trasportatori. Il territorio di riferimento è quello di Altamura ma la progettualità, finalizzata a valorizzare questo particolare ambito di attività, coinvolge anche aziende presenti su tutto il territorio regionale sino ad arrivare anche in altre regioni limitrofe;
2) il “Distretto del Cibo Alta Murgia”, promosso dal Parco Nazionale dell’Alta Murgia al quale aderiscono 80 diversi soggetti, tra imprese agricole, associazioni di categoria e di settore, e Comuni interessati, con una proposta progettuale che ha, nel perimetro del Parco, il suo ambito geografico di riferimento con l’obiettivo di promuovere la conversione alla produzione biologica e incentivare l’uso sostenibile delle risorse naturali;
3) il “Distretto del Cibo dell’Area Metropolitana”, promosso dalla Città Metropolitana di Bari, che vede l’adesione di numerose imprese, organizzazioni professionali agricole e della cooperazione, con l’obiettivo di attivare forme inedite e innovative di sinergie in agricoltura tra diversi soggetti pubblici e privati, nell’ambito di un territorio (quello dell’area metropolitana di Bari, appunto) che vede la presenza di molte realtà agricole;
4) il “Distretto Biologico delle Lame”, promosso dai Comuni di Ruvo di Puglia e di Bitonto con il coinvolgimento di diversi soggetti e imprese del territorio. L’ambito geografico di questo distretto coincide con la zona delle “Lame”, nel territorio dell’Alta Murgia;
5) il “Distretto Bioslow delle Puglie”, promosso dall’Associazione Produttori Italbio, dall’Associazione Produttori Pugliabio e dalla Cooperativa PugliaCheVai, insieme ad aziende agricole, agroalimentari e del settore biologico in generale, con l’obiettivo di rafforzare il legame tra città e agricoltura, puntando a una più stretta collaborazione tra realtà agricole e attività di prossimità, a partire con l’integrazione con le imprese legate al turismo e alla mobilità dolce. L’ambito geografico di riferimento di questo distretto è esteso a tutta la regione, fino a registrare l’adesione di aziende operanti anche in altre regioni limitrofe;
6) il “Distretto Agroecologico delle Murge e del Bradano”, promosso da una vasta rete di imprese, associazioni e istituzioni con l’obiettivo di realizzare attività finalizzate a promuovere l’economia circolare, l’economia civile e l’agricoltura sociale, avendo come ambito geografico il bacino idrografico delle Murge e della Valle del Bradano;
7) il “Distretto del Cibo Sud Est Barese”, promosso da imprese e organizzazioni professionali e datoriali afferenti al GAL del Sud Est barese, con l’obiettivo di promuovere (nei comuni di Acquaviva delle Fonti, Adelfia, Bitritto, Casamassima, Conversano, Mola di Bari, Noicattaro,