Finalmente prende vita la riforma della Politica agricola comune (Pac) per il periodo 2023-2027 da parte della Commissione Agricoltura dell’Europarlamento. Dei 340 miliardi di bilancio ben 38 miliardi sono destinati all’Italia, 50 se si contano i finanziamenti nazionali previsti. L’ok finale è previsto per il prossimo novembre.
L’accordo apre la strada a una PAC più equa, più verde e maggiormente basata sull’efficacia, che mira a offrire un futuro sostenibile agli agricoltori europei. La nuova PAC rafforza le misure ambientali e prevede anche disposizioni volte a garantire un sostegno più mirato alle aziende agricole di piccole dimensioni e ad aiutare i giovani agricoltori ad accedere alla professione.
I lavori si svolgeranno ora a livello interistituzionale sui dettagli tecnici restanti della proposta di riforma, dopo di che questa sarà formalmente approvata sia dal Parlamento europeo che dal Consiglio. La nuova PAC coprirà il periodo 2023-2027; fino ad allora continuerà ad applicarsi un regime transitorio concordato nel 2020 (cfr. infra). Gli Stati membri avranno tempo fino al 31 dicembre 2021 per sottoporre i loro progetti di piani strategici nazionali alla Commissione per approvazione.
La PAC post-2020 pone maggiormente l’accento sulla dimensione sociale dell’agricoltura. In base al nuovo accordo, gli agricoltori e gli altri beneficiari che ricevono pagamenti diretti saranno soggetti a una sanzione amministrativa se non offrono condizioni di lavoro adeguate in linea con la pertinente legislazione dell’UE. È la prima volta che la legislazione agricola dell’UE include una dimensione sociale segnando così un progresso storico nel modo in cui la PAC tiene conto delle condizioni dei lavoratori agricoli.
La nuova PAC prevede una serie di misure volte a incoraggiare gli agricoltori ad adottare pratiche agricole più rispettose dell’ambiente, tra cui:
– standard rafforzati in materia di condizionalità che gli agricoltori devono rispettare per ricevere il sostegno della PAC, tra cui la conservazione dei suoli ricchi di carbonio attraverso la protezione di paludi e torbiere, e quote minime di terreni coltivabili da destinare a elementi caratteristici del paesaggio per proteggere la biodiversità
– regimi ecologici volti a sostenere e/o incentivare gli agricoltori a rispettare le pratiche agricole benefiche per il clima e l’ambiente
– una quota maggiore dei finanziamenti per lo sviluppo rurale da spendere per interventi a favore dell’ambiente
– tracciabilità della spesa per il clima e la biodiversità, in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo
Il pacchetto di riforma della PAC comprende anche misure volte a ridistribuire i fondi a favore delle aziende agricole di piccole e medie dimensioni. In base all’accordo, gli Stati membri saranno tenuti a riorientare il 10% dei pagamenti diretti a favore di tali aziende (in linea di principio mediante pagamenti ridistributivi, a meno che non possano dimostrare di essere in grado di ottenere lo stesso effetto attraverso altri strumenti comparabili).
La riforma prevede anche la transizione da una PAC incentrata sulla conformità a una PAC basata sull’efficacia, che darà agli Stati membri la libertà di attuare interventi su misura sulla base di una pianificazione strategica e di obiettivi condivisi specifici, in linea con le loro esigenze.
38 miliardi all’Italia
L’accordo informale dello scorso giugno, confermato adesso dalla Commissione Agricoltura, prevedeva per l’Italia più di 38 miliardi di euro dei 340 miliardi di bilancio europeo destinati alla Pac – quasi 50 con la quota di cofinanziamento nazionale – a partire dal 2023 distribuiti in sette anni.